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Sistema Informativo Territoriale della Provincia di Prato

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Valutazione Effetti Ambientali

Valutazione Sperimentale Integrata degli Effetti Ambientali del PTC

4. La Valutazione degli Effetti Ambientali del PTC

4.1 Il metodo di valutazione: verso una valutazione integrata

La valutazione delineata dalla Direttiva Comunitaria è funzione degli aspetti ambientali (leggi risorse) elencati all'Allegato I (la biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l'acqua, l'aria, i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio) e "quasi" coincidenti con le risorse essenziali elencate all'Art. 2 della L.R. 5/95 (acqua, aria, suolo, flora, fauna, fattori microclimatici, documenti materiali della cultura, città ed insediamenti, infrastrutture, paesaggio). Quel "quasi" introduce però; una criticità metodologica che va affrontata da due opposti punti di vista:

  • a) un Piano basato su una rosa di risorse differente da quella della Direttiva può presentare delle criticità nei confronti delle risorse non coincidenti, nel caso in questione: popolazione, salute umana, beni materiali. Criticità che va affrontata nell'ambito metodologico della valutazione estrapolando gli elementi indirettamente riferibili a quelle risorse;
  • b) una valutazione basata su una rosa di risorse differenti da quella della legge regionale e/o del PIT rischia di escludere le risorse presenti in queste norme ed assenti nella Direttiva - nel caso in questione città ed insediamenti, territorio rurale, infrastrutture per la mobilità - con ricadute non solo sulla singola valutazione ma anche sulla stessa comprensione del Piano.

Conseguentemente conviene che la valutazione degli effetti del PTC sia condotta in maniera "integrata" tra la Direttiva Comunitaria e le norme regionali alla base della formazione del Piano. Inoltre gli effetti del Piano nel suo insieme dipendono in gran parte dalla sua fattibilità e quindi dalla sua efficacia. La coerenza interna delle norme del piano (la connessione tra obiettivi e prescrizioni) e quella esterna (il riferimento e la finalizzazione delle norme sovraordinate) devono allora essere valutate a garanzia che l'intero impalcato di valutazione degli effetti esprima una potenzialità (negativa o positiva che sia) attendibile e credibile.

4.1.1 Il "campo di esistenza" della valutazione degli effetti ambientali del PTC di Prato

Il PTC della Provincia di Prato, nella sua componente normativa cogente, è strutturato in Obiettivi, Invarianti Strutturali e Prescrizioni e nella sua componente normativa di indirizzo in Indirizzi ed Azioni, figure meno vincolanti per le Amministrazioni. E' evidente quindi che una valutazione degli effetti del piano dovrà riguardare prioritariamente, se non esclusivamente, i seguenti elementi cogenti:

  • - OBIETTIVI (finalità di sviluppo e tutela che i Piani Strutturali dovranno fare proprie);
  • - INVARIANTI STRUTTURALI (funzioni e prestazioni ad esse associate riferite alle tre risorse antropizzate definite dal PIT);
  • - PRESCRIZIONI (azioni "obbligatorie" che i Comuni devono mettere in atto per il raggiungimento degli obiettivi).

Premettendo che le Invarianti sono elementi normativi di "tutela" delle prestazioni delle risorse antropizzate previste dal PIT, e possono quindi essere considerate collaboranti nel perseguimento del principio di sviluppo sostenibile e quindi decisamente a saldo positivo nei confronti degli effetti sulle risorse, il loro inserimento all'interno del processo di valutazione interviene nel momento della valutazione sulle risorse ex PIT città ed insediamenti, territorio rurale, infrastrutture per la mobilità, per il resto il Piano viene valutato:

  • a) nei suoi obiettivi (rintracciabili nei Sistemi Territoriali Locali e nei Sistemi Territoriali Funzionali) e nelle sue prescrizioni (di tutela e di governo) dal punto di vista degli effetti sulle risorse;
  • b) nella connessione tra obiettivi e prescrizioni, per la valutazione di coerenza interna e fattibilità;
  • c) nella connessione tra obiettivi e vincoli e piani sovraordinati per la valutazione di coerenza esterna.

4.1.2 Il metodo sperimentale di valutazione per il PTC di Prato: i principi.

Il principio informatore alla base del metodo di valutazione elaborato discende dalla considerazione che il PTC è essenzialmente uno strumento normativo, una legge di governo del territorio provinciale che indica ai Comuni una serie di obiettivi da raggiungere tramite i propri Piani Strutturali ed il modo nel quale raggiungerli, cioè il modo nel quale redigere i propri piani. Valutare quindi gli effetti del piano sull'ambiente vuol dire valutare gli effetti di ogni obiettivo del piano su ogni risorsa definita dalla Direttiva Comunitaria esplicitando, prioritariamente, quali risorse possano essere interessate dal singolo obiettivo. Successivamente confrontando lo stato di ogni singola risorsa, definito tramite gli indicatori ambientali, con lo stato delle tutele in atto e in programma, vale a dire vincoli e piani sovraordinati e norme di tutela del PTC stesso e con i singoli obiettivi, e con i presumibili singoli effetti positivi, negativi o indifferenti, sarà possibile delineare gli effetti complessivi del Piano sulla singola risorsa e quindi sull'intero arco delle risorse ambientali.

4.1.3 Il metodo sperimentale di valutazione per il PTC di Prato: la tecnica.

Valutare il Piano nella sua natura normativa e in particolare nei suoi obiettivi ha un immediato effetto sul metodo di valutazione: l'esclusione, o comunque l'accantonamento in una posizione di complemento, della componente cartografica e la focalizzazione della valutazione sulle Norme Tecniche di Attuazione. L'elemento chiave da definire è quindi il modo nel quale poter esprimere le connessioni interne alle Norme e le connessioni tra le NTA., le risorse ed i vincoli. Proviamo ad analizzare la natura degli oggetti da connettere:

  • - le risorse: rappresentano le componenti (più o meno aggregate) del sistema ambientale e sono descrivibili attraverso una serie complessa di dati ambientali (reperibili presso gli Enti "produttori" di dato ambientale) e attraverso una loro idonea aggregazione in indicatori (di stato, di pressione e di risposta). Sia i dati ambientali che gli indicatori sono organizzabili in banche dati che forniscano, attraverso l'articolazione in campi di database, la completa descrizione del singolo record riferito al singolo dato ambientale o al singolo indicatore, a loro volta riferiti alla singola risorsa;
  • - le risposte (vincoli e piani sovraordinati): rappresentano le norme sovraordinate al PTC poste, o ponibili, a tutela delle risorse e sono descrivibili attraverso una banca dati che fornisca, attraverso l'articolazione in campi di database, la completa descrizione del singolo record riferito alla singola risposta, a sua volta riferita alla singola risorsa;
  • - le NTA.: rappresentano la componente normativa e cogente del Piano e sono organizzate in un testo strutturato in articoli a loro volta sottostrutturati in obiettivi, invarianti, prescrizioni, indirizzi, azioni.

Dovrebbe risultare evidente allora che poter organizzare le NTA. non in forma di testo, più o meno strutturato, ma in forma di banca dati, o meglio di database relazionale, consentirebbe la connessione informativa con le altre banche dati sopradescritte e quindi l'elaborazione dei dati (normativi, ambientali, vincolistici, ecc.) all'interno di un vero e proprio sistema informativo normativo interrelato, ottenendo una lettura completa del Piano, nelle sue componenti conoscitive (banca dati ambientali, banca dati sugli indicatori, banca dati sui vincoli) e nelle sue componenti normative (obiettivi e prescrizioni di tutela e di governo), e quindi una completa valutazione degli effetti dal punto di vista delle risorse. Un tale sistema informativo consentirebbe inoltre, attraverso la strutturazione informativa delle connessioni tra obiettivi e prescrizioni e tra obiettivi e risposte, le valutazioni di coerenza interna e di coerenza esterna (All. 1 bis/1).

4.1.4 IL Sistema Informativo Normativo della valutazione degli effetti ambientale del PTC

Per trasformare le NTA. in un database relazionale è necessario innanzitutto suddividere le norme nei loro elementi costitutivi: Sistemi Territoriali Locali, Sistemi Funzionali, Integrità delle Risorse, Governo della Risorsa Territorio Rurale, Governo della Risorsa Città ed Insediamenti, Governo della Risorsa Infrastrutture per la Mobilità. Trasformati tali elementi in tabelle di database è possibile connetterli (tramite una connessione informativa 1 a molti che obbedisce al principio dell'integrità referenziale, attivando la modifica a catena sui vari elementi connessi) agli altri mattoni normativi, trasformati anch'essi in tabelle: Obiettivi ed Invarianti di STL, Obiettivi, Prescrizioni, Indirizzi ed Azioni di STF, Prescrizioni, Indirizzi ed Azioni di Tutela, Prescrizioni, Indirizzi ed Azioni di Governo. Strutturato il database delle Norme del Piano è possibile attivare le connessioni (sempre 1 a molti) con il database dei dati ambientali, con il database degli indicatori, con il database delle risposte, con la tabella delle risorse definite dalla Direttiva Comunitaria e con la tabella delle risorse definite dal PIT (All. 1 bis/2 e 1 bis/3). Gli elementi principali di connessione, come detto, sono gli Obiettivi del Piano, intorno ai quali ruotano le risorse, le risposte, gli indicatori, le prescrizioni, gli indirizzi, le azioni (All. 1 bis/4). Attivando quindi la lettura del sistema informativo per risorse è possibile, per ognuna di esse, stabilire i presumibili effetti degli obiettivi del piano (All. 1 bis/5 e 1 bis/6), mentre verificando le connessioni tra gli obiettivi e le prescrizioni è possibile avere un indicatore "matematico" del livello di coerenza interna del piano e verificando le connessioni tra gli obiettivi e le risposte averne un altro di coerenza esterna.

4.1.5 La valutazione degli effetti sulle risorse definite all'Allegato I, lettera f della Direttiva: i Quadri Valutativi per Risorsa

Per poter valutare gli effetti del PTC sulle risorse previste dalla Direttiva, il Sistema Informativo Normativo prevede delle maschere di input/output (con query tematiche e campi da compilare) e dei report (Quadri Valutativi) di output. Per ogni maschera/report sono riportati tutti gli elementi connessi con la risorsa in esame che possano fornire dei dati funzionali alla valutazione: la denominazione della risorsa, lo stato della risorsa, i dati ambientali relativi, gli indicatori ambientali relativi, le risposte in atto, le norme sull'integrità della risorsa presenti nel PTC, gli obiettivi di STL e di STF del Piano che hanno relazione con la risorsa. Per ognuno di tali obiettivi viene data una valutazione qualitativa del tipo di effetto presumibile sulla risorsa in esame, è appena il caso di accennare che, ovviamente, un singolo obiettivo non solo può riferirsi a più risorse ma può avere effetti positivi su alcune e negativi su altre. I giudizi valutativi sono i seguenti:

  • - EFFETTI NEGATIVI: effetti sicuramente negativi sulla risorsa;
  • - EFFETTI POTENZIALMENTE NEGATIVI: effetti negativi se il perseguimento dell'obiettivo si attua con azioni non esplicitamente compatibili;
  • - EFFETTI INDIFFERENTI: quando, nonostante il riferimento dell'obiettivo con la risorsa, non sono presumibili effetti di alcun tipo;
  • - EFFETTI POTENZIALMENTE POSITIVI: effetti positivi se il perseguimento dell'obiettivo si attua con azioni compatibili;
  • - EFFETTI POSITIVI: effetti sicuramente positivi sulla risorsa.

Una volta espressi i giudizi per ogni obiettivo, viene effettuata una valutazione discorsiva complessiva degli effetti del Piano sulla singola risorsa della Direttiva 2001/42/CE, tenendo conto dello stato, delle risposte in atto, dei singoli effetti e delle eventuali compensazioni da parte delle norme sull'Integrità della risorsa. Viene anche espressa una valutazione numerica, da considerarsi comunque indicativa e qualitativa per avere un parametro sintetico di immediata visualizzazione, così costruita: per ogni effetto di ogni obiettivo viene attribuito un punteggio pari a -2 per gli effetti negativi, -1 per quelli potenzialmente negativi, 0 per quelli indifferenti, +1 per quelli potenzialmente positivi, +2 per quelli positivi. Viene calcolata la media e compensata, in positivo o in negativo, con l'eventuale presenza di norme d'integrità così valutata: -1 assenza di norme di tutela, +1 presenza di norme sull'integrità della risorsa, +2 presenza di norme prescrittive sull'integrità della risorsa. Il dato numerico risultante viene definito coefficiente di valutazione per risorsa. La media di tutti i coefficienti di valutazione per tutte le risorse, considerando che tra queste sono compresi anche i beni materiali intesi come l'insieme dei processi economici, produttivi, infrastrutturali ed edilizi, compone un dato numerico che viene definito coefficiente di sostenibilità complessiva del PTC

4.1.6 La valutazione degli effetti sulle risorse antropizzate definite dal PIT: i Quadri valutativi per Risorsa PIT

Per poter valutare gli effetti del PTC sulle risorse previste dal PIT, città ed insediamenti, territorio rurale, infrastrutture per la mobilità, il Sistema Informativo Normativo prevede delle maschere di input/output (con query tematiche e campi da compilare) e dei report (Quadri Valutativi) di output. Per ogni maschera/report sono riportati tutti gli elementi connessi con la risorsa in esame che possano fornire dei dati funzionali alla valutazione: la denominazione della risorsa, lo stato della risorsa, i Sistemi Territoriali Locali ed i relativi obiettivi. Sulla base di questi elementi, delle prescrizioni e delle invarianti strutturali viene effettuata una valutazione discorsiva complessiva degli effetti del Piano sulla singola risorsa del PIT, valutazione, questa volta, non considerabile di natura ambientale, quanto piuttosto di natura progettuale, in quanto l'azione del Piano è dettata, in maniera inscindibile, dal binomio Quadro Conoscitivo/Obiettivi dell'Amministrazione. Nell'ambito di questi quadri valutativi viene anche verificata la fattibilità del PTC, calcolata come relazione tra obiettivi e prescrizioni, indirizzi ed azioni per il loro perseguimento. Viene quindi costruito un dato numerico per ogni obiettivo del Piano così calcolato:

  1. a)-3 quando un obiettivo non è connesso a nessuna prescrizione o quando, viceversa, una prescrizione non è connessa ad alcun obiettivo. In quanto la presenza di prescrizioni "acefale" non garantisce la loro applicazione da parte dei Comuni, così come la presenza di obiettivi sospesi su un quadro disciplinare non definito rende impossibile il loro raggiungimento. La mancanza di obiettivi collegati ad alcune prescrizioni inoltre ha un effetto secondario non trascurabile: l'impossibilità di valutare gli effetti della norma sulle risorse ambientali;
  2. b)+1 quando un obiettivo è collegato ad almeno una prescrizione;
  3. c)+2 quando un obiettivo è collegato ad almeno una prescrizione e un indirizzo;
  4. d)+3 quando un obiettivo è collegato ad almeno una prescrizione, un indirizzo ed una azione. Viene premiata cioè una configurazione garantita dalla presenza di almeno un'azione prescrittiva, con la "collaborazione" di azioni meno vincolanti ma sicuramente sinergiche vedendo, nel perseguimento di un obiettivo, anche il coinvolgimento programmatico (nelle azioni) dell'Amministrazione provinciale.

In questo modo per ogni obiettivo viene calcolato un coefficiente di coerenza interna, dalla media di tali coefficienti per ognuna delle tre risorse viene calcolato un coefficiente di coerenza interna per risorsa e, infine, dalla media di questi tre coefficienti viene calcolato un coefficiente di coerenza interna complessiva del PTC A questi coefficienti va ad aggiungersi il coefficiente di coerenza esterna del PTC, che esprime la capacità del Piano di intercettare e finalizzare il quadro delle norme e dei vincoli sovraordinati gravanti sul territorio provinciale ed è calcolato come riportato nel paragrafo 3 del presente Rapporto.

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